Il guerriero senza gioia

Un po’ “Toy Story” un po’ “Il soldatino di stagno”: dopo avere letto alcune fiabe in classe abbiamo provato ad immaginare che il nostro giocattolo preferito prendesse improvvisamente vita…

Il guerriero senza gioia

C’era una volta un giocattolo che apparteneva ad un bambino di nome Mattia.

Era un gioco magico perché era stato costruito dal bambino con la carta, le forbici e tanto amore. Era alto circa dieci centimetri, aveva le sembianze di un mini-uomo con le forme spigolose e quadrate. Vestiva un’armatura dorata e impugnava una spada d’oro e viola.

L’espressione del suo viso era però triste.

Il bambino giocava molto con lui e di notte lo riponeva sul comodino in modo da ritrovarlo vicino al risveglio. E quando era tutto buio e silenzioso una misteriosa magia entrava nell’omino dandogli vita.

Una notte il guerriero scappò dal comodino e si rifugiò in cucina: voleva trovare il cubo di diamante che Mattia stava creando. Per lui era molto importante perché in quell’oggetto, che il bambino aveva dimenticato di inserire al suo interno, era racchiusa la gioia che non poteva mai provare.

Arrivato in cucina c’era un problema: il cubo era sopra al tavolo e per lui era quasi impossibile arrivarci.

Pensò, pensò e ripensò poi gli venne in mente di chiedere aiuto al suo amico, il cubo di magma.  Insieme studiarono una soluzione; il guerriero salì sopra la

testa del magma che, essendo dotato di una molla, lo fiondò sul tavolo.

L’idea fu giusta! L’uomo d’oro riuscì ad arrivare vicino al cubo sul tavolo, impugnò la spada e la infilzò in esso. Improvvisamente il cubo cambiò colore e il volto del guerriero si illuminò di gioia facendo finalmente comparire un sorriso: aveva ritrovato il suo cuore.

Scivolò sulla tovaglia, atterrò sulle pantofole morbide lasciate abbandonate da Mattia e, salutando e ringraziando l’amico, corse in camera.

Si arrampicò sul comodino facendo forza sulle maniglie e si rimise nella stessa posizione in cui Mattia l’aveva lasciato alla sera.

Al risveglio il bambino ritrovò il suo gioco con l’espressione del viso cambiata; l’uomo d’oro da quel giorno fu felice.

[Mattia Caliandro ID]

Autore dell'articolo: Secondaria