La Protezione Civile va a scuola

Martedì 17 dicembre abbiamo partecipato ad un incontro nell’ambito del progetto “La protezione civile va a scuola”.

Il coordinatore, Giuseppe, ci ha raccontato l’avvenimento che ha portato alla nascita della Protezione Civile: nel 1966 l’Arno, il fiume che attraversa la città di Firenze, è straripato causando notevoli danni. I cittadini sono intervenuti aiutandosi tra di loro, ma essendoci una scarsa organizzazione fu complicato. La situazione ha suscitato l’idea di creare un’associazione nella quale vi fossero volontari disposti ad aiutare in caso di emergenza con a capo il sindaco.

Poi ha preso la parola il vice coordinatore Ciro, che si occupa degli incendi boschivi. Abbiamo notato subito la sua divisa blu ed arancione ed ignifuga, cioè resistente alle fiamme del fuoco.

Il volontario ci ha spiegato le diverse cause degli incendi: possono essere dolosi, ovvero creati volontariamente da persone senza scrupoli o colposi, cioè causati da persone che non hanno pensato alle conseguenze delle loro azioni (lasciare per terra un mozzicone di sigaretta non perfettamente spento, lasciare ancora acceso un barbecue o bruciare le foglie in condizioni atmosferiche non adatte…).

Il fuoco, in sé, non è pericoloso, ma lo diventa se usato nel modo sbagliato. Esso infatti è una reazione chimica formata dal combustibile (per esempio il legno), il comburente (l’ossigeno) e il calore. Per fare diminuire l’estensione di un incendio, infatti, si deve togliere almeno uno di questi tre fattori.

La Protezione Civile non ferma un incendio, ma ne evita la propagazione con l’uso di due strumenti: il badile, che crea un canale evitando che il fuoco lo oltrepassi e il soffiatore, che tiene lontano le fiamme.

Durante questi interventi è importante soprattutto la protezione individuale, infatti per agire gli operatori utilizzano un casco con luce e una tuta ignifuga.

Non bisogna dimenticare che anche negli edifici si può sviluppare un incendio e per questo in ogni luogo pubblico deve essere previsto un piano di emergenza con una piantina della costruzione indicante le vie di uscita (porte con maniglione antipanico) e l’ubicazione degli estintori, che sono rossi (colore internazionale dell’antincendio) e sono caricati con polvere di bicarbonato di sodio.

Infine i volontari ci hanno proposto un video sulle diverse attività della Protezione Civile, che è a disposizione 24 ore su 24 per portare aiuto in caso di emergenza e in caso di incendi interviene con i vigili del fuoco, il corpo forestale, gli enti locali.

Prima di diventare un vero e proprio volontario della Protezione Civile è necessario formarsi attraverso corsi e sostenere visite e prove attitudinali.

La base operativa da dove partono gli elicotteri della Protezione Civile (attivi dall’alba al tramonto) e quelli sanitari (in servizio anche di notte) nella nostra zona è la colonna mobile di Erba.

In base alla gravità della chiamata viene assegnato un codice giallo, arancione o rosso. Per esempio il 28 ottobre 2018 hanno ricevuto una chiamata ad allerta rossa per un problema idrogeologico ed è intervenuto il COC Centro Operativo Comunale.

Lo scorso anno, invece, alcuni volontari si sono recati a Ravenna per aiutare nel montaggio di un ponte Bailey e hanno salvato la vita a molte persone che abitavano nei pressi di una frana e non potevano essere raggiunti dai mezzi di soccorso: a differenza di altri ponti che siamo abituati a vedere non vi è l’uso di bulloni, ma le diverse parti si incastrano tra di loro.

Infine ci hanno fornito indicazioni su cosa fare in caso di terremoto o incendio se si è a scuola. Se c’è un terremoto (anche se la nostra scuola si trova in una zona non sismica), bisogna metterci sotto i banchi, non scappare e fare in modo che le porte di emergenza siano libere. Se invece vedessimo del fumo che proviene da sotto la porta bisogna mettere degli stracci bagnati (in mancanza d’acqua inumidirli con l’urina o aprendo la manopola del termosifone).

Da questo incontro abbiamo imparato comportamenti utili alla prevenzione come cercare di non farsi prendere dal panico e stare attenti

alle azioni che compiamo soprattutto se si è in mezzo alla natura.

[Emma Attanasio, Ilenia Bonacina, Marta Conti IIC]

Autore dell'articolo: Secondaria