Durante il laboratorio di scrittura ci siamo esercitati nella produzione di una pagina di diario “a ricalco”, cioè seguendo un testo che avevamo già letto, ma personalizzandolo.
Io ho scelto la pagina del 2 gennaio del diario di Jessica di Angelo Petrosino che mi ha fatto pensare. Ecco il testo originale:
«Io mi chiamo Jessica. Mi domando quante altre ragazze al mondo hanno il mio stesso nome.
Quando scrivo, mi capita di fantasticare.
Per esempio, immagino che un giorno potrei incontrare una ragazza che non solo si chiami Jessica come me, non solo mi somigli nel viso e nei capelli, ma che dica e pensi, nello stesso momento, le cose che dico e penso io.
E a questo pensiero, lo confesso, rabbrividisco».
Ed ecco la mia pagina “a ricalco”:
Caro diario, come sai, io mi chiamo Dalila.
Non credo che ci siano molte altre persone con questo strano nome. Più di una volta ho pensato di essere l’unica a chiamarsi così: sarà per il fatto che sono molto fantasiosa…
Se mi concentro, immagino di incontrare una ragazza che non solo si chiami come me, ma che mi assomigli nel carattere e nel fisico. Sarebbe bellissimo! Potrei parlare con lei di tutto! Super eroi, sport… insomma, di tutto! Potremmo recitare, pattinare sul ghiaccio, lanciarci in coreografie di danza classica; non ci sarebbero momenti vuoti o di imbarazzo, sarebbe tutto fantastico!
Io e l’altra Dalila diventeremmo grandissime amiche, ne sono sicura!
Chissà, magari anche i suoi genitori sarebbero uguali ai miei. Questo sarebbe strano, se fossero proprio uguali in ogni minimo dettaglio, rischierei di confonderli. Anche se fossero le loro fotocopie, non mi andrebbe il pensiero di trovarmi con i genitori di un’altra in un colpo solo.
Forse ora che ci penso meglio non mi piace più poi tanto l’idea di un’altra me!
[Dalila Fiorella, IIC]