Giovedì 26 settembre è stato un giorno importante per la nostra scuola perché sono state distribuite a tutti noi alunni e alunne le borracce che sono state offerte dall’Amministrazione comunale e che potremo riempite nelle colonnine apposite installate dall’inizio dell’anno nei corridoi.
In questa occasione ci siamo ritrovati tutti in palestra con la preside, la sindaca e Paola Iotti dell’associazione Proteus, che ci hanno ricordato quanto sia importante ridurre l’uso della plastica e impegnarci per un riciclo corretto.
Ogni cittadino utilizza all’incirca 196 bottiglie di plastica all’anno e, considerando che solo ad Albavilla vi sono 6700 cittadini, il suo numero è veramente eccessivo.
In realtà, grazie alla plastica si possono produrre molti oggetti differenti e utili, ma essi vanno smaltiti nel modo corretto.
La plastica, infatti, ha generalmente una lunga durata, ma l’uomo dopo averla utilizzata la trasforma rapidamente in rifiuto come nel caso dei bicchieri e piatti che usiamo alle feste.
Per questo motivo si sta cercando di ridurre la produzione di “usa e getta” e di utilizzare materiali naturali come il mais.
La plastica non sempre viene smaltita nel contenitore corretto, spesso invece la lasciamo nei cestini che si trovano lungo le vie, ma qui la raccolta non viene differenziata perciò i diversi materiali restano insieme.
Nessun rifiuto deve essere gettato per terra, ma la plastica in particolare perché, essendo un materiale leggero, molto probabilmente il vento la trasporterà nei fiumi, laghi, mari.
Inoltre gli agenti atmosferici degradano gli oggetti facendoli diventare microplastiche (piccole porzioni di plastica di pochi mm/micromillimetri) che entrano nella rete alimentare: la plastica finisce nel mare, i pesci la mangiano, noi mangiando il pesce mangiamo anche la plastica.
Un animaletto grande qualche mm che abita nel nostro lago, la daphnia, è stato osservato a microscopio e si sono notate delle palline molto piccole nella sua pancia: anche queste sono microplastiche!
Anche i dentifrici contengono plastica sottoforma di sferette colorate che, essendo talmente piccole, oltrepassano i filtri dei depuratori finendo nel mare.
Alcuni surfisti australiani hanno inventato il Seabin, ovvero un cestello galleggiante che mangia la plastica, anche i pezzetti più piccoli e che si sta diffondendo anche in Italia.
I rifiuti in plastica sono moltissimi come accendini e cotton fioc, ma ci sono anche le microfibre, che derivano dagli indumenti come il pile; per trattenerle si stanno costruendo lavatrici con filtri speciali.
[Marta Conti, IIC]