Tre cicatrici dell’infanzia che possono durare per sempre… se non vengono curate.
L’infanzia è quel momento della vita così particolarmente importante e creativo da potere essere allo stesso tempo fonte di Vita e, se non tutelato, fonte di malessere profondo.
Possono accadere avvenimenti o susseguirsi modalità comportamentali e relazionali che creano nei bambini cicatrici che durano per sempre. Sono segni indelebili, che si riflettono principalmente sull’atteggiamento che assumiamo verso noi stessi e verso gli altri. Tuttavia, alcune di queste cicatrici sono più persistenti e profonde, a causa del grande impatto che causano nella mente di un bambino.
Per genitori e insegnanti, e per chi si occupa della vita del bambino, è quindi importante avere un atteggiamento di profonda consapevolezza delle dinamiche messe in atto nella relazione, con un occhio di attenzione alle reazioni dei nostri figli.
Tre cicatrici che si possono aprire durante l’infanzia
1. L’impossibilità di fidarsi
Quando un bambino viene manipolato o tradito insistentemente dai suoi genitori difficilmente si fiderà né delle altre persone né tantomeno di se stesso. Dovrà lottare con tutte le sue forze contro quella tendenza a non avere fiducia per riuscire a stabilire dei vincoli intimi con gli altri.
Si imbroglia un bambino quando gli si promettono cose che non può avere o che non ci si impegna a compiere. Per questo motivo, è di fondamentale importanza attuare un comportamento coerente a ciò che si dice, anche nelle piccolezze della vita quotidiana: regalare ad un bambino il giocattolo che gli avevate promesso, portarlo a giocare al parco il giorno stabilito insieme, dedicargli il tempo che avevate promesso di dedicargli.
Queste azioni agli occhi degli adulti possono passare inosservate o prive di importanza. Tuttavia, per i bambini rappresentano un insegnamento riguardo a cosa aspettarsi, in generale, dalle persone care.
Se un bambino osserva che i suoi genitori mentono, imparerà che le parole hanno poco valore. E imparerà a mentire. Avrà quindi difficoltà a credere a quello che dicono gli altri e a sforzarsi per rispettare le sue stesse parole. Questa cicatrice implica che, durante lo sviluppo, il bambino avrà grandi difficoltà a stringere rapporti con gli altri basati sulla fiducia e il rispetto, e a costruire una vera intimità – rifugio- nel quale si senta al sicuro con qualcuno.
2. La paura dell’abbandono
Un bambino che si è sentito solo, ignorato o abbandonato, inizierà a credere che la solitudine è totalmente negativa e opterà per una delle seguenti scelte: diventerà eccessivamente dipendente dagli altri, cercando di continuo qualcuno che lo protegga e lo accompagni, oppure rinuncerà alla compagnia degli altri, come misura di precauzione per non soffrire un potenziale abbandono.
Coloro che seguono la scia della dipendenza, saranno in grado di tollerare qualsiasi tipo di relazione pur di non sentirsi soli. Credono di essere completamente incapaci di affrontare la solitudine e, per questo, sono disposti a pagare qualsiasi prezzo per la compagnia.
Chi scappa per la paura dell’abbandono per la via dell’indipendenza ad oltranza è incapace di godere dell’affetto sincero di una persona cara. Per queste persone, l’amore è sinonimo di paura. Quanto più affetto proveranno per un’altra persona, più crescerà la loro ansia e il loro desiderio di scappare. Sono le classiche persone disposte a porre fine ad una meravigliosa relazione invidiabile per l’angoscia che provocherebbe loro un’eventuale perdita della figura amata.
3. La paura del rifiuto
Un bambino che è stato continuamente criticato e sminuito dai suoi genitori diventa nemico di se stesso. Le basi dell’autostima sono potentemente minate. In questo modo, sviluppa un dialogo interiore nel quale le costanti sono l’auto-rimprovero e l’auto-recriminazione.
Questo bambino, in età adulta, probabilmente non si sentirà mai in accordo con ciò che fa o pensa, sino a perdere la propria bussola interiore. Troverà sempre il modo di sabotare i suoi piani e gli sarà difficile capire che possiede anche delle virtù e che può avere successo. Sentirà di non meritare l’affetto né la comprensione di nessuno, e che le sue espressioni d’amore nei confronti degli altri mancano di validità.
In generale, questi bambini si trasformeranno in adulti isolati e sfuggenti, che proveranno panico o sensazioni a dir poco sgradevoli in situazioni di contatto sociale. Allo stesso tempo, saranno estremamente dipendenti dalle opinioni altrui. Di fronte ad ogni minima critica, si sminuiscono del tutto, poiché non sanno distinguere un’osservazione oggettiva da un attacco personale.
Se oltre ad essere stato rifiutato, il bambino è anche stato umiliato, le conseguenze saranno ancora più gravi. L’umiliazione lascia sentimenti di ira irrisolti, che si trasformano in una sensazione di continua impotenza. Questa condizione molte volte trasforma le persone, rendendole tiranniche ed insensibili, e portandole ad umiliare gli altri.
Le cicatrici lasciate da queste esperienze infantili sono molto difficili da rimarginare. Tuttavia, questo non significa che, grazie ad un buon intervento terapeutico, non sia possibile né che non possano trasformarsi positivamente. Il primo passo sta nel riconoscerle e nell’essere consapevoli che bisogna lavorarci su, per impedire che determinino il resto della nostra vita.
Ma un passo ancor più importante sta nell’azione preventiva: occhio genitori a quel che diciamo e a cosa facciamo con i nostri piccoletti!
Chiara Tettamanti