I bambini nascono con un intrinseco istinto alla curiosità, che si rende ben manifesto con lo scorrere dei mesi di vita.
Quando iniziano ad abbandonare la posizione statica in favore dei primi movimenti quali il gattonare, iniziano una vera e propria attività di esplorazione del mondo circostante. Per non parlare poi del momento in cui iniziano a camminare: cassetti, utensili sui mobili, spine della corrente: nulla è più al sicuro al loro passaggio.
I loro occhi, il loro corpo è costantemente attratto da stimoli, che favoriscono l’espressione della loro connaturata curiosità.
Iniziano quindi a esplorare il mondo circostante, in modo intrepido. Non conoscendo il senso del limite e del pericolo, diviene fondamentale una vera e propria attività di mediazione e protezione da parte dei genitori e di chi si prende cura di loro. Quante volte abbiamo tolto loro un piccolo oggetto prima che se lo infilassero in bocca o nel naso? Nelle veci di buoni “angeli custodi”, possiamo aiutarli a sviluppare sempre di più la loro curiosità per il mondo al fine di farla diventare una continua avventura, ma in tutta sicurezza.
E dove va a finire la curiosità a mano a mano che si diventa grandi?
Il mondo nel quale siamo immersi è un modo veloce, in continua e costante evoluzione. E’ il mondo della “fretta”, del consumismo, della frivola bellezza, costruita a regola d’arte. E un mondo nel quale noi adulti ci sentiamo incanalati, spinti a dover svolgere mille funzioni, mille doveri. Rimane ben poco spazio per dare ascolto alla nostra curiosità e a quella dei nostri figli.
I ritmi frenetici, gli impegni e le preoccupazioni a volte non ci permettono di ascoltare davvero i nostri figli e così ci perdiamo delle occasioni che loro ci offrono per entrare nel mondo magico in cui spesso si immergono durante i loro giochi, i loro dicorsi, le loro avventure.
In questi anni così veloci come quelli dell’infanzia, un compito che noi genitori non dovremmo mai dimenticare, è quello di cercare di sviluppare nei nostri bambini una qualità che sarà loro utile non soltanto quando sono piccoli, ma anche nella vita in generale: la curiosità.
Ecco una serie di attività per stimolarli verso l’interesse per il mondo, per le persone, per le relazioni. Insomma per la vita.
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Elogiare la lentezza
Noi adulti, anche quando non abbiamo niente in particolare da fare, abbiamo sempre fretta. Ci facciamo rapire dal tempo che scorre, tralasciando l’inestimabile valore del tempo presente, del “qui e ora”. I bambini invece no, in tal senso sono dei maestri di vita. Alcuni stanno tempo ad osservare un fiore o le stelle in cielo. Altri hanno già perso questa istintiva abilità. Pertanto quando usciamo insieme ai nostri bambini cerchiamo di prenderci del tempo per fare dei piccoli giochi sul mondo che ci circonda. Ad esempio se ci sono delle nuvole in cielo, chiediamo ai bambini che forma hanno o a cosa assomigliano. Oppure ancor piu’ semplicemente aiutiamoli ad osservare come cambiano i colori delle piante col cambiare delle stagioni, portando la loro attenzione sugli elementi naturali della madre terra.
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Quello che può essere noioso per noi, magari è divertente per loro
Diamoci la possibilità di considerare un differente punto di vista rispetto al nostro, radicato in noi e divenuto un vero e proprio pregiudizio esistenziale. Per esempio piove e pensiamo che non si possa uscire di casa per via del cattivo tempo. Perché invece non organizziamo dei “salti nelle pozzanghere”? Basta coprirsi bene e in un lampo quello che credevamo un pomeriggio perso può trasformarsi in un’occasione di grande divertimento per i nostri piccoli!
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Anche un’attività di routine può trasformarsi in un gioco
Se dobbiamo andare a fare la spesa, ad esempio, possiamo coinvolgere i nostri bambini chiedendo loro di aiutarci a compilare la lista della spesa anche in base ai loro desideri, oppure individuare quali cibi sono di un determinato colore, oppure quante confezioni abbiamo comprato. O ancora che ingredienti servono per preparare il loro piatto preferito.
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I loro “Perché?” hanno sempre un perché
Arriva una fase durante la vita dei bambini in cui ci sommergono di domande. “Come mai?” “Cosa vuol dire?” e “perché” entrano appunto nel loro vocabolario. Talvolta i quesiti che ci pongono paiono davvero filosofici: ad esempio “come hanno fatto a costruire quasta sedia?” oppure “perché quel fiore si chiama cosi’ e ha quel colore?”. Di fronte a questi quesiti, cerchiamo di dare sempre delle risposte e non diciamo mai “questo è troppo noioso” oppure “adesso non ho tempo di risponderti” o peggio ancora “ma che domande fai?”. Meglio un “sai tesoro, non lo so bene nemmeno io”, piuttosto che un diniego aprioristico allo sviluppo della loro curiosità.
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Facciamo esplorare loro una cosa di cui parlano
Se i vostri figli esprimono interesse per gli animali della fattoria, portateli in fattoria! Fategli vedere mucche, cavalli, papere, asini, pecore, maiali… osservateli insieme, nominandoli e facendo notare loro i particolari del loro corpo, dei loro colori, del loro profumo. Il “vivere direttamente l’esperienza” è cio’ che in assoluto stimola la loro curiosità.
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Lasciamoli liberi di annoiarsi
Come dicevamo, il nostro mondo va sempre di corsa ed è ricco di stimoli in continuo movimento. I nostri bambini non sono più abituati ad aver del tempo libero e dei momenti di noia. Tutto è “pieno”. C’è sempre meno spazio naturale di crescita spontanea della curiosità. I momenti di noia, quelli “privi di attività precostituite e preconfezionate”, sono un ottimo momento per far nascere e dar libero sfogo alla curiosità e alla fantasia. Perché proprio in questi momenti in cui all’apparenza sembra non ci sia “niente da fare”, si può inventare un mondo. Un mondo nuovo, creato dai vostri piccoli, e da voi. E’ unico!
Chiara Tettamanti