Questo racconto lo voglio dedicare a mio nonno, che si chiama Giuseppe ed è una persona che ammiro molto in tutto, o almeno ammiravo molto…
Quando ci ha lasciati, qualche mese fa, io sono caduta in una grande depressione e per più di un mese sono rimasta triste e abbattuta.
Dopo una brutta esperienza come questa, una persona si riprende ed esce dal suo guscio, ma non potrà mai essere quella di prima: per quanto possa sembrare spensierata, avrà sempre un vuoto dentro di sé che purtroppo non colmerà mai.
«Le disgrazie capitano a tutti, ma proprio per questo non bisogna arrendersi, bensì andare avanti, perché la vita è fatta per essere vissuta!». Questo è uno dei tanti insegnamenti che mi ha lasciato. Avevamo un bel rapporto: ci capivamo perché eravamo molto simili; lui aveva un carattere chiuso e non amava parlare di fatti privati.
Ho scelto di parlare di lui perché era una persona che ammiravo e stimavo molto per tutto ciò che ha fatto: era un insegnante di matematica delle superiori, ma il modo i cui aiutava i suoi studenti era ammirevole.
Ha sempre messo passione in ciò che faceva ed era un esempio per chiunque.
Il suo messaggio che anche io voglio trasmettere è: «Non mollare perché, se tu sorridi alla vita, la vita ti sorriderà!».
[Beatrice Vulpetti IIIC]