Giovedì 9 novembre la prof. Pontiggia ci ha fatto svolgere un lavoro molto particolare e bello durante la lezione di antologia: creare una fiaba basandosi su sei immagini. Alla fine del lavoro abbiamo deciso tutti insieme che avremmo pubblicato il testo migliore su Pennaecalamouse!!!
Subito sono andato in panico: piacerà ai lettori? Il più bello sarà almeno sufficiente? Forse sì, forse no? Ho avuto tutte le risposte a queste domande quando abbiamo completato tutti i testi e li abbiamo letti in classe insieme alla prof.
Quando ho sentito quello di NOA e GIULIA, mi sono detto: “Questo sì che è bello!!!”. Infatti ha ottenuto otto voti su dodici totali. Insomma aveva vinto senza dubbio quello.
Abbiamo poi scoperto che le immagini si riferivano alla fiaba “La pioggia di stelle” dei fratelli Grimm.
Ora a nome della 1C vi presento, accompagnato da alcuni disegni realizzati da noi, la fiaba di Noa e Giulia!!! Spero che vi piacerà, incrociamo tutti le dita!
[Riccardo Brenna IC]
C’era una volta una bambina tanto povera che possedeva solo gli abiti addosso e un pezzo di pane secco. Questa bambina era nota a tutta la città per la sua generosità. Nonostante la sua povertà, lei era sempre felice e trotterellava ogni giorno per le strade.
La notizia giunse alla Luna che volle metterla alla prova.
Una mattina, durante il suo giretto quotidiano, la bambina vide un uomo seduto su una panchina del parchetto. Lei ne ebbe compassione, perché sembrava affamato. Si avvicinò a lui: «Signore – gli chiese – ha bisogno d’aiuto?». Il signore sobbalzò: «No, grazie, ho solo un po’ di fame!».
La bambina sfilò dalla tasca del cappotto il tozzo di pane e glielo porse tra le mani. Immediatamente quel piccolo tozzo raffermo si trasformò in un panino di mezzo metro contenente tutto ciò che mente umana possa immaginare! C’era di mezzo il potere magico della Luna.
Il povero uomo a quel punto era la persona più soddisfatta e felice del mondo!
La bambina salutò e tornò a casa sua, ossia un vagone di un vecchio treno in una stazione abbandonata. Lì la aspettava il suo nonnino, che ogni sera ripeteva alla nipotina, prima che si addormentasse: «Sii buona!».
La Luna non era però soddisfatta.
Il giorno seguente davanti alla portiera del vecchio vagone si presentarono due fanciulle, che parevano persino più povere di colei che lo abitava. Sembrava che stessero congelando, tanto rossi erano il naso e le guance.
La generosità della bambina la spinse a regalare il suo cappello alla prima e la sua giacca alla seconda. Subito dopo un brivido di freddo corse lungo la sua schiena, ma non si pentì del gesto compiuto, semplicemente andò a rintanarsi sotto le coperte.
La Luna non era ancora soddisfatta.
La bambina cadde nel più profondo dei sonni e si risvegliò la mattina successiva un po’ spaesata. Andò in città, come di consueto, e scorse in un angolo remoto della piazza due bambine, una dietro l’altra. Si avvicinò e capì, dalla loro somiglianza, che erano sorelle: la minore indossava solamente la maglia, la maggiore un abito di stracci. Chiedevano a ogni passante di aiutarle, ma nessuno le ascoltava.
La bambina si tolse tutto ciò che aveva addosso senza esitare e lo regalò loro, rimanendo lei, così, solo con gli stivali.
La Luna ora sì che era soddisfatta!
La andò a trovare nel vecchio vagone, dove la ricoprì con un magnifico abito di stelle e le propose di trasferirsi da lei. La bambina accettò ma a una condizione: portare anche il nonno!
La Luna acconsentì e così vissero per sempre felici e contenti!
[Giulia Oro e Noa Porciani IC]