Con l’avvicinarsi del periodo invernale, l’argomento principale delle conversazioni tra le mamme di bambini in età scolare è l’indesiderato appuntamento con i malanni stagionali, che puntualmente ogni anno interessano i piccoli (si stima che un bambino sano si ammali in media circa 4-6 volte/anno e che gli episodi febbrili si concentrino nel periodo che va da ottobre ad aprile) e (ahimè) anche i loro genitori. La frequenza delle affezioni infettive (per lo più respiratorie) nel periodo più freddo dell’anno fa sì che la credenza comune ne abbia sempre riconosciuto un temutissimo nesso causa-effetto; ne è dimostrazione il fatto che nel linguaggio di tutti i giorni questi malanni stagionali vengano indistintamente chiamati “malattie da raffreddamento”.
La convinzione che sia il freddo atmosferico il responsabile della maggior incidenza di febbre e raffreddori in inverno influenza il comportamento e le scelte di molti, che cercano di limitare quanto più possibile la permanenza all’aperto in favore di confortevoli ambienti riscaldati, soprattutto per i più piccoli. Ma..
Non ci sono dimostrazioni che attribuiscono al freddo atmosferico un ruolo diretto nella patogenesi delle viremie stagionali; non è scientificamente sostenibile, infatti, che le basse temperature siano di per sé responsabili di una compromissione dell’efficacia del sistema immunitario umano con conseguente maggior suscettibilità ai patogeni ambientali.
L’elevata incidenza di malattie infettive in inverno è legata alla maggior concentrazione di patogeni nell’aria che quotidianamente respiriamo, proprio quell’aria calda e confortevole che cerchiamo di creare e mantenere negli edifici per tutelarci dal freddo.
A generare dei veri e propri aerosol infettivi contribuiscono diversi fattori:
-
la convivenza di diverse persone per svariate ore nello stesso ambiente chiuso (uffici, scuole, mezzi pubblici);
-
lo scarso ricambio d’aria (si tende a mantenere porte e finestre chiuse, proprio per non disperdere il calore della stanza);
-
le temperature ottenute artificialmente associate a bassa umidità (inferiore al 50%), confortevoli non solo per noi, ma anche per virus e batteri che così si trovano nell’ambiente ideale per loro proliferazione e diffusione.
Di contro, all’esterno in inverno la concentrazione di patogeni è significativamente inferiore, questo grazie ad una maggior dispersione ambientale e grazie a due potenti agenti naturali ad effetto batteriostatico e battericida: le basse temperature e i raggi ultravioletti (UV) del sole.
Ora, l’assoluzione del freddo quale diretto responsabile delle infezioni stagionali non deve erroneamente indurre a pensare che l’esposizione alle basse temperature sia in ogni modo innocua.. l’inadeguata esposizione al freddo può comportare una compromissione del benessere fisico della persona soprattutto quando arriva a determinare un’alterazione della temperatura corporea (ipotermia), evenienza a cui sono più a rischio i bambini piccoli e che deve essere prevenuta.
Quest’inverno e per tutti gli inverni a venire, quindi, cari bambini avete il via libera per i giochi all’aperto senza timore di “prendere il raffreddore”! A noi genitori spetta il responsabile compito di consentire loro di affrontare le basse temperature responsabilmente e con le giuste “armi”, in modo da garantire il mantenimento di una costante temperatura corporea: meglio uscire nelle ore più soleggiate del giorno e con un abbigliamento adeguato all’attività praticata all’aperto; particolare attenzione va prestata alla protezione delle estremità (attraverso cui i bambini disperdono molto calore), con l’utilizzo di cappello, guanti e calzature idonee.
Consentire ai bambini una regolare vita all’aperto anche nella stagione fredda apporta loro numerosi benefici:
-
limita la diffusione dei più comuni patogeni invernali;
-
mantiene un regolare ritmo circadiano e facilita il sonno notturno;
-
contribuisce a mantenere uno stile di vita sano e ipoteca positivamente la loro salute futura.
Il rapporto tra stagione fredda e incidenza delle affezioni infettive deve essere, quindi, considerato solo indiretto e, forti di questa considerazione, possiamo guardare all’inverno in arrivo con nuova consapevolezza, magari apportando alcune modifiche al nostro abituale stile di vita per migliorare la salute ed il benessere dei nostri bambini.
Federica Meroni