La scuola è iniziata da poco e io vorrei raccontarvi la novità che ha caratterizzato queste prime settimane.
La mia classe ha partecipato ad una importante iniziativa: le pulizie! Sì, avete capito bene, proprio quelle che si fanno per mantenere in ordine il luogo in cui si vive, o, nel nostro caso, si studia.
Così, io e i miei compagni, armati di guanti di gomma, ci siamo messi a ripulire i corridoi, l’auditorium e il giardino esterno, da cartacce varie.
Quanto abbiamo raccolto! Non immaginavo che gli alunni potessero essere così “distratti”…
Durante l’intervallo, infatti, questi spazi si riempiono di incarti di merendine e caramelle, fazzoletti di carta e piccoli pezzi di fogli.
Il nostro compito è quello di recuperarli e gettarli nei cestini.
L’aspetto divertente è l’effetto che l’operazione “pulizia” ha provocato nei miei compagni: molti di loro si sono trasformati in veri e propri guardiani… è proprio vero che per comprendere la fatica altrui bisogna sperimentarla di persona!
Questa esperienza mi ha fornito un insegnamento importante: è davvero prezioso il lavoro di chi pulisce per noi; non è mai una cosa scontata!
Quindi propongo: facciamolo tutti! Vedrete che la nostra scuola sarà pulitissima!
[Alice Barcella IIIA]
A scuola, quest’anno, c’è una nuova iniziativa, un’attività obbligatoria, estesa a tutte le classi: la pulizia dei corridoi!
Infatti al termine dell’intervallo la scuola si trasforma in un “letamaio”: dopo aver consumato la propria merenda (panino, brioches o altro), molti ragazzi lasciano cadere con indifferenza, a volte inscenando una distrazione, le loro cartacce e sporcano così sia i corridoi, sia il prato, sia l’auditorium.
Questo comportamento ha scatenato svariate proteste del personale addetto alle pulizie: si lamentava del fatto che, sì, è loro compito mantenere pulito l’edificio, ma non spetta a loro, spazzare tutte le nostre cartacce e le nostre schifezze.
Gli insegnanti, allora, accordatisi con i collaboratori e con la dirigente, hanno deciso di assegnare agli studenti il compito di raccogliere i rifiuti buttati incivilmente a terra. Così, lunedì due ottobre, il progetto ha preso il via e i protagonisti della prima, nonché sperimentale settimana, siamo stati proprio noi alunni di terza A.
Al termine dell’intervallo ci siamo riuniti in classe, abbiamo assegnato ai vari gruppi le zone da ripulire, ci siamo messi all’opera e, circa cinque minuti dopo, la scuola è ritornata al suo splendore iniziale! Era davvero molto più accogliente e il personale era fiero del nostro lavoro.
Quando l’iniziativa era stata annunciata dalla professoressa, la classe non era molto entusiasta: l’idea di spazzare il pattume degli altri non ci allettava molto. Abbiamo capito, però, che era questione di minuti e che la spazzatura diminuiva di giorno in giorno così non ne abbiamo fatto una tragedia, anzi, ci è sembrato normale, o almeno, mi è sembrato normale dover raccogliere le cartacce.
Penso che, se vissuta nel modo adeguato, anche questa piccola incombenza possa essere un’esperienza costruttiva: a turno, tutte le classi, a partire dalle terze, svolgeranno questo compito.
E vi dirò di più: i ragazzi, pur di non pulire, hanno smesso di sporcare e hanno cominciato a gettare l’immondizia nei contenitori già presenti nell’edificio. Ritengo che quest’attività cambierà in meglio il volto della scuola e spero che possa insegnare a tutti noi a essere più rispettosi dell’ambiente, degli addetti alle pulizie e di tutte le altre persone.
Spero che ognuno di voi possa vivere quest’esperienza nello stesso modo in cui l’ho vissuta io.
[Nicolò Corti IIIA]
Vorrei descrivere un’attività che la nostra scuola ha organizzato e nella quale noi alunni siamo protagonisti.
Si tratta della pulizia dell’istituto, talvolta fuori in giardino o alcune volte all’interno, nei corridoi e nell’auditorium, in base al luogo dove trascorriamo l’intervallo. Consiste nell’osservare che nessuno butti nulla per terra e, forniti di un guanto di gomma portato da casa, raccogliere gli eventuali rifiuti all’inizio della quarta ora.
La scuola ora ha un aspetto diverso: spero che gli studenti abbiano capito che buttare le carte a terra è maleducazione sia nei confronti di chi deve pulire, sia per l’ambiente. Si tratta di cinque minuti al massimo di lavoro, ma a quanto pare sta servendo.
Si fa una settimana per classe, partendo dalle terze, poi seconde ed infine prime: noi, come terza A, siamo stati i primi. Penso che sia una cosa giusta da fare perché così si spera che tutti capiscano che sporcare è una cosa bruttissima e che rovina l’ambiente.
[Greta Orefice IIIA]